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che cos'è l'acido ialuronico http://www.associazionecheratocono.it/forum/viewtopic.php?f=14&t=1515 |
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Autore: | bardamù [ venerdì 10 agosto 2007, 19:43 ] |
Oggetto del messaggio: | che cos'è l'acido ialuronico |
Ne parla frank 700 in un altro post,ma in che prodotti viene venduto?Si acquistano in farmacia o dall'otticco? |
Autore: | rudy [ sabato 11 agosto 2007, 2:07 ] |
Oggetto del messaggio: | |
L'acido ialuronico non so esattamente cosa sia, in pratica è contenuto nei colliri che vengono anche detti "lacrime artificiali" in pratica ripristina il film lacrimale oltre a umettare l'occhio! Lo trovi in farmacia o anche da qualche ottico. Ad esempio la ciba ha fatto un prodotto chiamato acquify a base di acido ialuronico e lo trovo abbastanza buono e l'ho acquistato dall'ottico! CIAO |
Autore: | Pa36 [ sabato 11 agosto 2007, 15:07 ] | |||||||||
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L'acido ialuronico è un polisaccaride naturale a struttura lineare composto da residui di acido D-glucuronico ed N-Acetil-D-glucosamina alternati tra loro. Non è legato ad unità proteiche ed appartiene alla classe dei glicosaminoglicani (mucopolisaccaridi acidi). E' una sostanza endogena presente diffusamente nell'organismo umano a livello della matrice extracellulare dei tessuti connettivi, nel fluido sinoviale, nelle cartilagini, nell'umore acqueo e vitreo dell'occhio. ecco un'estratto di un articolo esaustivo.............. L’acido ialuronico è una delle molecole più igroscopiche presenti in natura. Questa è forse la singola caratteristica primaria che contribuisce a molte delle sue caratteristiche biologiche. La viscoelasticità dell’acido ialuronico è particolarmente rilevante per i suoi effetti “ammortizzanti” e lubrificanti come componente dell’umor vitreo dell’occhio e del liquido sinoviale. Questa caratteristica reologica è sfruttata nella produzione di soluzioni viscoelastiche per la chirurgia oculare [6,7]. Data l’elevata igroscopicità, le soluzioni di acido ialuronico sono estremamente osmotiche, proprietà particolarmente accentuata dalla presenza di albumina serica, come spesso accade nella maggior parte dei fluidi tissutali. Questa caratteristica, nel tessuto cutaneo, ha una importanza fondamentale nella regolazione dell’idratazione tissutale, soprattutto nei periodi di cambiamento come possono essere lo sviluppo embrionale o durante i processi infiammatori secondari ad un danno tissutale, momenti in cui i livelli di acido ialuronico sono elevati. La creazione di aree in cui l’idratazione è aumentata risulta in un indebolimento dell’ancoraggio delle cellule alla matrice extracellulare, permettendo un distacco temporaneo che facilita i processi di migrazione e divisione cellulare [8]. La natura estremamente viscosa dell’acido ialuronico, che è particolarmente presente nella zona pericellulare della matrice contribuisce a ritardare la penetrazione di virus e batteri [9,10]. In condizioni fisiologiche l’acido ialuronico è completamente ionizzato, e può influenzare i flussi ionici, fondamentali nella comunicazione tra cellule attraverso i canali ionici di membrana. L’acido ialuronico può servire anche da scavenger di radicali liberi e da antiossidante. Nell’ambito del processo infiammatorio, l’acido ialuronico ha un effetto modulante, dovuto all’azione sui radicali liberi [11-13], ad un’azione antiossidante [14] e alla esclusione di enzimi litici dall’immediato ambiente cellulare e dagli altri componenti della matrice extracellulare [5,11]. Caratteristiche biologiche Queste caratteristiche fisico-chimiche dell’acido ialuronico possono essere ulteriormente modificate dal legame specifico a determinate cellule o a determinati componenti della matrice extracellulare. Recettori specifici dell’acido ialuronico L’acido ialuronico si lega attraverso tre classi principali di recettori di superficie: CD44, RHAMM e ICAM-1. CD44 è ampiamente distribuito nell’organismo ed è considerato il principale recettore di superficie per l’acido ialuronico [15,16]. L’interazione tra acido ialuronico e CD44 è stata implicata in una varietà di eventi fisiologici, che comprendono: adesione cellula-cellula, adesione cellula-substrato, migrazione, proliferazione ed attivazione cellulare, uptake e degradazione dell’acido ialuronico. Studi recenti di Kaya et al. [17] suggeriscono che le due principali funzioni del CD44 nella cute siano la regolazione della proliferazione dei cheratinociti in risposta agli stimoli extracellulari e il mantenimento della omeostasi locale dell’acido ialuronico. L’espressione di RHAMM (che significa Receptor for HyaluronAn Mediated Motility – recettore per la mobilità mediata dall’acido ialuronico) sulla superficie cellulare è associata al movimento delle cellule ed è stato identificato in un ampia varietà di cellule migranti (e.g. fibroblasti) [18-22]. ICAM-1 (IntraCellular Adhesion Molecule 1 – molecola di adesione intracellulare) era originariamente considerato un recettore metabolico per l’acido ialuronico [23]. In effetti si tratta di una molecola di adesione abbondantemente distribuita su cellule endoteliali, macrofagi ed altri tipi cellulari. Il legame dell’acido ialuronico ad ICAM-1 può influenzare il suo legame con altri recettori (come LFA-1/Mac-1) che, mediando l’interazione tra cellule endoteliali e leucociti, possono contribuire al controllo della risposta infiammatoria mediata da ICAM-1 [24-26]. Il legame ai componenti della matrice extracellulare: funzioni biologiche e strutturali L’acido ialuronico è anche una parte integrale della matrice extracellulare: in particolare esso costituisce la spina dorsale della organizzazione dei proteoglicani [27,28]. Esso forma anche associazioni con collagene, fibrina, ed altre molecole della matrice extracellulare. La risposta iniziale ad un danno tissutale prevede la formazione di una matrice temporanea estremamente ricca in acido ialuronico e fibrina, che supporta la migrazione di fibroblasti e cellule endoteliali nell’area della lesione [29-31]. Sia che l’acido ialuronico sia legato a cellule o a componenti della matrice extracellulare, la sua natura idrofilica crea un ambiente favorevole alla migrazione delle cellule, mentre le sue proprietà di scavenger dei radicali liberi e di inibizione alla libera circolazione delle proteine nel microambiente pericellulare, hanno un’azione protettiva rispetto ai danni ossidativi o da enzimi proteolitici. Queste sono forse tra le proprietà fisiche più importanti per l’effetto dell’acido ialuronico sui processi di ripristino tessutale [27, 28]. Ruolo dell’acido ialuronico nella riparazione tissutale Molti dei processi biologici mediati dall’acido ialuronico sono fondamentali nella riparazione tissutale e nella guarigione delle ferite. I tessuti in rigenerazione sono ricchi in acido ialuronico. L’acido ialuronico contribuisce ad una grande varietà di funzioni cellulari essenziali per la riparazione dei tessuti: la risposta all’infiammazione, la migrazione cellulare, la proliferazione cellulare e l’organizzazione della matrice extracellulare. Inoltre, l’acido ialuronico gioca un ruolo importante nei processi angiogenetici. |
Autore: | Pa36 [ sabato 11 agosto 2007, 15:23 ] |
Oggetto del messaggio: | |
a completamento ecco le caratteristiche chimico/biologiche dei più importanti principi attivi usati nei sostituti lacrimali: Come lacrime artificiali, si possono utilizzare: metilcellulosa: usata fin dal 1945 può essere utilizzato a varie concentrazioni dallo 0,5 all’1%. E' atossica, inerte, con pH stabile. Ha un indice di rifrazione (a concentrazione 1%) simile al quello lacrimale. Per 10-20’ ha buon effetto lubrificante. Incrementa il BUT di un fattore pari a 1,4 (questo valore potrebbe aumentare se si portasse la concentrazione della metilcellulosa a 1,5%, ma si preferisce evitare per via degli effetti di intorpidimento della visione e delle crosticine sulle ciglia). A concentrazioni elevate le soluzioni contenenti metilcellulosa rallentano i processi di cicatrizzazione delle lesioni corneali. Rispetto agli altri elementi umettanti, la metilcellulosa è la sostanza che più rimane in sede. Per questo viene usata nei casi medio gravi di ipo-secrezione o alterazine del lipidico-mucinico. Dalle modifiche strutturali della metilcellulosa derivano: idrossimetilcellulosa e carbossimetilcellulosa. idrossipropilcellulosa: È un derivato della cellulosa con migliori proprietà di superficie. E' considerato relativamente migliore degli altri preparati di cellulosa. Dà buona soluzione ai sintomi di secchezza oculare. Unico neo, la tensione superficiale alta: 60 dyne/cm che aumenta il BUT ma riduce la bagnabilità. alcool-polivilinico: la concentrazione mediamente usata varia dall'1,4 al 3% (è atossico anche a concentrazioni del 10%). Ha buona funzione viscosante ma soprattutto idratante. Ha una buona tensione superficiale 46 dyne/cm e quindi costituisce una buona soluzione a fini idratanti. L’alcool polivilinivo possiede alcune proprietà simili a quelle dello strato mucinico: riduzione della tensione lacrime/aria e della tensione lacrime/epitelio. Ha buona funzionalità in soluzioni a pH alcalino. Dagli ultimi studi risulta che il tempo di ritenzione a livello oculare è leggermente maggiore rispetto a quello dei derivati della cellulosa. E' un buon sostituto dello strato mucinico e acquoso. gel lacrimali Sono sostanze gelatinose a base poliacrilica. Il loro grande vantaggio è quello di distribuirsi sulla superficie oculare senza formare striature. Gli studi hanno dimostrato la capacità di aumentare il BUT (Break Up Time = tempo di rottura del film lacrimale; viene determinato con un esame oculistico) fino a 60’. Rispetto all'alcool polivilinico rimane in sede per un fattore pari a 7. L’unico problema connesso all’uso dei gel oculari è la tendenza ad accumularsi sui bordi palpebrali, dove si secca e forma crosticine. agenti viscosanti acido ialuronico: è una sostanza organica presente nei tessuti di tutti i vertebrati. È dotato di un'elevata proprietà viscoelastica. È in grado di modificare la propria viscosità a seconda delle forze di frizionamento cui è sottoposto (come le lacrime naturali). Grazie alla buona capacità di legarsi sia con l’acqua sia con la parete cellulare dell'epitelio, i colliri a base di acido ialuronico hanno dimostrato di poter aumentano notevolmente la stabilità del film lacrimale nei casi di scarso film muciparo. Sono state testate concentrazioni dallo 0,1% all’1%, ma sembra che i risultati terapeutici migliori si ottengano a basse percentuali. polietilenglicole: È un agente viscosante con una buona azione aderente sull’epitelio e sulla fase acquosa. Sostituisce molto bene lo strato mucoide. condroitin solfato: È una sostanza viscoelastica. La sua viscosità è inferiore a quella della metilcellulosa. Ma è più affine alla struttura cellulare epiteliale. Nei trattamenti di pazienti con CCS infatti, si sono ottenute risposte soggettive e oggettive migliori rispetto a quelle risultate dall’uso di colliri a base di acido ialuronico, alcool polivinilico, metilcellulosa. ........ ........infine.......................................................... effetti collaterali dei conservanti Sempre più spesso i sostituti lacrimali vengono distribuiti in confezioni monodose per evitare l’uso di conservanti. I conservanti, infatti, si sono dimostrati irrispettosi nei confronti dei sostituti lacrimali (mantenimento e/o ricostruzione qualitativa del film lacrimale). belzanconio cloruro (sostanza cationica): a concentrazioni superiori allo 0,01% a livello corneale, provoca rottura dei ponti intercellulari dell’epitelio, danno ai microvilli, riduzione delle cellule mucipare. La sua capacità di lesione dello strato lipido ne fa' un nemico della stabilità del film lacrimale. clorexidina (sostanza cationica): molti studi hanno confermato l'esistenza di un processo di allergizzazione da parte dell’occhio posto lungamente a contatto con la clorexidina. La sostanza infatti tende a legarsi facilmente ai depositi lipido-proteico presenti sulle lenti morbide. clorobutanolo (alcali): l’atomo di cloro presente in questo conservante aumenta la solubilità dei lipidi e di conseguenza mina la stabilità dello strato lipidico. timerosal (composto mercuriale): non sono state registrate reazioni tossiche locali. Tuttavia molti pazienti possono manifestare ipersensibilità per la facilità di contatto con questo conservante. Infatti è molto diffuso perché è utilizzato anche in campi diversi dall’oftalmologia e dalla medicina. così chiariamo definitivamente il confronto fra ......colliri monodose Vs colliri multiuso..... |
Autore: | bardamù [ sabato 11 agosto 2007, 15:44 ] |
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Grazie Rudy e PA36 per le ottime ed esaurienti risposte,stasera mi compro isomar da 10 ml che costa 6.90 euro. |
Autore: | xaver [ sabato 11 agosto 2007, 16:03 ] |
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i miei complimenti a pa36...io nn sarei riuscito a dire di più,,sei un grande!! |
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