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"innesto della cornea" in strutture pubbliche o pr 
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Iscritto il: martedì 26 luglio 2005, 16:55
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Messaggio "innesto della cornea" in strutture pubbliche o pr
Scusate la mia domanda se questa vi sembrerà banaleo indiscreta. Ma quanti, tra voi che state programmando un "innesto di cornea", o che lo avete già effettuato... insomma in quanti state pensando a una struttura privata (quindi con un'operazione a pagamento) piuttosto che ad una struttura ospedaliera pubblica (dove credo non si paghi nulla, se non il ticket)? Scusatemi x la domanda, non è per farvi i conti in tasca o per farmi i fatti vostri, perdonate l'indiscrezione... è che quando mi hanno raccontato del trapianto da affrontare nel caso il nostro kc arrivi a darci molti problemi, mi hanno parlato di strutture ospedaliere pubbliche e così io sono andata avanti pensando che ci si possa fidare. Poi sempre di più, ho incontrato e conosicuto persone che hanno fatto l'innesto di cornea totale o lamellare(sia per il kc che per altre patologie) in cliniche private, in italia e anche all'estero... pare che a Lione ci sia un prof. bravissimo... decisione presa perchè si fidavano poco degli ospedali pubblici.... :shock:
Così vorrei sapere voi cosa ne pensate.
Grazie. :roll:

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mercoledì 28 settembre 2005, 14:30
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Ciao, figurati, la tua domanda non è affatto indiscreta, anche io mi ero posta la stessa domanda, soprattutto perchè avevo paura di dover aspettare molto nel settore pubblico e la mia situazione era già piuttosto complicata. Ebbene, la mia oculista mi ha però caldamente raccomandato la struttura pubblica (non farà lei l'intervento, mi ha solo indirizzato da un Prof molto bravo che lei conosce molto bene), perchè sostiene che sia più sicura e affidabile. Questo ovviamente è un suo parere, di cui io peraltro mi fido perchè è una persona davvero eccezionale, sia dal punto professionale che da quello umano. Vi farò sapere poi gli sviluppi!!!

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mercoledì 28 settembre 2005, 18:01
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Io mi sono sempre rivolta a strutture pubbliche, prima a Ravenna e poi a Reggio Emilia.
Tanti anni fa il Prof. Dal Fiume a Ravenna, mi spiegò che questo tipo di intervento, così come tutti quelli che prevedevano il ricevere organi da parte di donatori, si poteva fare solo presso le strutture pubbliche perchè c'era una legge che, per impedire il traffico d'organi molto in voga in quegli anni, lo proibiva.
Adesso non so se la legge sia cambiata o se ho capito male io il discorso di Dal Fiume fatto all'epoca ma sta di fatto che più di una volta ho sentito di gente che si è vista chiedere dei contributi economici più o meno consistenti per innesti di cornee.
In ogni caso io mi fido della struttura pubblica spesso anche di più di quella privata; anche se il personale amministrativo e commerciale lascia spesso molto a desiderare in quanto a competenze, per fortuna nell'ospedale di Reggio Emilia così come in quello di Ravenna ho sempre trovato, a parte qualche eccezione, medici (e anche infermieri) che sapevano fare il loro lavoro e mi sono sempre sentita in buone mani


mercoledì 28 settembre 2005, 22:57
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Luisa74,
anche se questo commento arriva da uno statalista convinto, ritengo che una operazione del genere debba essere effettuato in una struttura pubblica e questo per i seguenti motivi:
1) abbiamo dei centri di eccellenza in Italia (anche se molti vanno a Lione ritengo che i nostri centri ormai abbiamo certamente superato Lione);
2) nelle strutture pubbliche l'intervento è gratuito e non si pagano ticket (io non pago neppure il ticket sulle visite periodiche e su tutti gli esami connesi con il cheratocono, mappe corneali, pachimetria ecc., perche con il riconoscimento di malattia rara fatto all'ospedale di Mestre, ne ho diritto).
3) i controlli effettuati negli ospedali pubblici sono sicuramente maggiori di quelli privati, perchè spesso queste ultime sono tutte ninnoli, però i chirurghi vengono da ospedali pubblici, e quando l'on. Bindi diceva che i chirurghi devono dare lesclusiva all'ospedale pubblico non si sbagliava.
Questo non significa che la sanità pubblica non abbia dei problemi (basta vedere liste di attesa, ospedali con poca manutenzione ecc.)

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Giuseppe Giannattasio
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giovedì 29 settembre 2005, 8:02
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Luisa74,
ovviamente io parlo in generale delle situazioni che conosco, però visto che sei di Bari, se non erro, al policlinico non esiste un centro oculistico di buon livello? e all'ospedale di S.Giovanni Rotondo?
Comunque se vuoi conoscere i vari centri italiani basta che apri una discussione e vedrai che sarai sommersa di indirizzi.

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Giuseppe Giannattasio
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giovedì 29 settembre 2005, 8:05
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pubblico o privato ...ma c'è anche privato convenzionato con la mutua,
ad esempio Alberto si opera a peschiera che è privato ma sicuramente non paga perchè è un ospedale convenzionato.
8) è così alberto vero??????


giovedì 29 settembre 2005, 10:06
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Giuseppe,
io sono in cura proprio con il policlinico, nel senso che non ho un oculista fidato qui a Bari, e quindi vado in ospedale a farmi le mappe e il controllo. Però tutto questo da solo tre mesi, quindi sinceramente non so dirti se la truttura è di buon livello o meno, dovrei chiedere un parere esterno. Cmq mi piacerebbe tanto conoscere quali strutture ospedaliere in italia sono "rinomate" per questo tipo di intervento. Dove sono le banche della cornea, solo a Mestre? Devo informarmi anche su San Giovanni Rotondo hai ragione, non ci avevo pensato.... :roll:

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giovedì 29 settembre 2005, 13:06
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Luisa, purtroppo non sono in grado di risponderti dove sono le banche delle cornee.
Invito chi lo sa a rispondere a Luisa.

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Giuseppe Giannattasio
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giovedì 29 settembre 2005, 13:14
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Salve.
Proverò a dare qualche informazione a proposito deille "banche degli occhi".
Oggigiorno esistono centri per il "trapianto" ( innesto) di cornea in quasi tutte le regioni italiane.
La banca degli occhi di Mestre è una delle più "vecchie" e ,quindi, conosciute in Italia per varie ragioni. La sua anzianità sul campo è una di queste ma anche la qualità del servizio che offre è motivo della sua buona reputazione. Personalmente utilizzo tessuti provenienti da questa struttura per le mie necessità.
Le strutture pubbliche italiane sono ad un ottimo livello per questo tipo di interventi e ad un livello di assoluta concorrenzialità con strutture estere. Non esiste al momento un valido motivo per andare fuori d'Italia per effettuare una cheratoplastica.
Vedo solamente due motivi per effettuare un intervento di questo tipo in ambito privato e sono i seguenti: il desiderio assoluto di essere operati da un determinato professionista e non da altri, secondariamente la possibilità di " scegliere " la cornea che verrà utilizzata per l'intervento. Nel caso si esegua la cheratoplstica in ambiente privato, è facoltà dell'operatore, quella di scegliere il tessuto che Egli ritiene più idoneo per la persona che dovrà essere operata.
Fatte salve queste differenze, la chirurgia del " trapianto " sarà eseguita in maniera assolutamente identica e con gli stessi risultati.
Chiunque abbia bisogno di un intervento di questo tipo potrà trovare certamente nella propria regione, od in una vicina, un centro idoneo.
Mi sembra strano perciò che qualcuno abbia vuto il consiglio di effettuare una cheratoplastica ma che poi sia stato lasciato solo ad affrontare il problema.
Auguri a tutti ed in particolare a chi è prossimo a questo passo.
Marco Abbondanza

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dr. Marco Abbondanza


venerdì 30 settembre 2005, 22:12
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marco abbondanza ha scritto:
Salve.
Vedo solamente due motivi per effettuare un intervento di questo tipo in ambito privato e sono i seguenti: il desiderio assoluto di essere operati da un determinato professionista e non da altri, secondariamente la possibilità di " scegliere " la cornea che verrà utilizzata per l'intervento. Nel caso si esegua la cheratoplstica in ambiente privato, è facoltà dell'operatore, quella di scegliere il tessuto che Egli ritiene più idoneo per la persona che dovrà essere operata.
Auguri a tutti ed in particolare a chi è prossimo a questo passo.
Marco Abbondanza


Dott. Abbondanza, io ho sempre apprezzato i suoi interventi che mi sembrano equilibrati e pacati.

Non comprendo bene quello che ha scritto nell'aultima parte, cosa vuol dire che il chirurgo che opera nel privato sceglie il tessuto che va bene al paziente e il chirurgo pubblico agisce come in un hard discount prende quello che capita?

Ribadisco comunque che i centri italiani, almeno per me, sono da preferire a quelli esteri.

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Giuseppe Giannattasio
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sabato 1 ottobre 2005, 7:52
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Salve.
Rispondo volentieri anche se Igor, al riguardo, ha sicuramente una maggiore competenza del sottoscritto.
Dunque, nelle strutture pubbliche dove si effettuano interventi di cheratoplastica, esiste una lista di attesa. Ora, un dato giorno vengono disoinibili dei tessuti corneali e, quindi, vengono allertati i primi della lista stessa ( vengono avvisate più persone in quanto non è detto che le prima o la seconda persona siano disponibili). Il tessuto, o i tessuti, che arrivano alla struttura appartengono ad un donatore di cui non si è potuto, in anticipo, conoscere i dati. E' certo che quei tessuti sono di buona qualità in quanto, altrimenti, non sarebbero stati classificati come idonei per una cheratoplastica perforante, però, è ovvio, non si è certo potuto scegliere anche l'età del donatore. Se esiste una discepanza eccessiva tra l'età del donatore e quella del ricevente, di solito anche i chirurghi che dovranno effettuare l'operazione, cercano di utilizzare tali tessuti per il ricevente più " giusto" ma questo è quanto essi possono fare.
In ambito privato il chirurgo può decidere se i tessuti che gli sono stati proposti sono da considerarsi " giovani " a sufficenza per il proprio paziente.
Un esempio.
Se dovessi operare un ragazzo di venti anni e mi viene proposto un tessuto di un uomo di quaranta anni, posso scegliere ( in base all'età, in base alla densità cellulare endoteliale, in base alla qualità dell'endotelio ed in base alla data dalla quale il tessuto è disponibile) se quel tessuto è o meno adatto al mio paziente di venti anni. In caso contrario non mi resta che attendere che un tessuto che io reputo migliore si renda disponibile.
Questa è la differenza cui facevo riferimento nella mia precedente mail.
Ora, queste differenze possono avere la loro importanza, però resta il fatto che gli interventi eseguiti in ambito pubblico hanno tutti degli ottimi risultati e che quindi non deve esistere alcuna preoccupazione in chi si sottopone a tali metodiche in ospedale.
Confermo, poi, che le nostre strutture, hanno tutte raggiunto un livello assolutamente valido e che nulla hanno da invidiare a rinomate strutture estere.
Possono esistere piccole differenze nel post operatorio, alcuni preferiscono una ospedalizzazione più lunga, altria più breve, altri adottano una terapia cortisonica lunga ed altri no ( io personalmente preferisco dare cortisonici per un tempo abbastanza lungo).
Quello che conta sono i risultati e questi sono importanti e validi.
Auguri a chi prossimamente si opererà e si renderà conto che la sua vista sarà di gran lunga migliore di prima.
Marco Abbondanza

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sabato 1 ottobre 2005, 9:46
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grazie dott abbondanza del chiarimento!! :lol: :lol:


sabato 1 ottobre 2005, 9:53
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Grazie per il chiarimento.

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Giuseppe Giannattasio
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sabato 1 ottobre 2005, 11:59
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Cita:
Dott. Abbondanza, io ho sempre apprezzato i suoi interventi che mi sembrano equilibrati e pacati.


prima di tutto quoto giuseppe con qui condivido queste affermazioni
e la ringrazio a mia volta, se fosse cosi gentile avrei un paio di domande per chiarire ancor meglio i miei dubbi.

Cita:
Il tessuto, o i tessuti, che arrivano alla struttura appartengono ad un donatore di cui non si è potuto, in anticipo, conoscere i dati.


già questa non l'ho capita bene...... quando le banche degli occhi forniscono le cornee ad un determinato ospedale quale problema possono avere a rivelare anche la loro età in modo che l'ospedale stesso possa organizare meglio il loro lavoro????? es. chiamare i riceventi anche in base all'età delle cornee che stanno per ricevere.

Cita:
però, è ovvio, non si è certo potuto scegliere anche l'età del donatore. Se esiste una discepanza eccessiva tra l'età del donatore e quella del ricevente, di solito anche i chirurghi che dovranno effettuare l'operazione, cercano di utilizzare tali tessuti per il ricevente più " giusto" ma questo è quanto essi possono fare.


esiste un tetto massimo di diffrenza di eta tra donatore e ricevente in cui per legge non si può intervenire o è a sola discrezione del chirurgo??????

il paziente prima dell'intervento viene informato sull'età della cornea ricevuta e nel caso volesse, potrebbe tirarsi indietro e aspettare una cornea più giovane???????? es. se io che ho 30 anni mi dicessero : guarda ti mettiamo una cornea di un sig. di 50 ma e in ottime condizioni e il chirurgo ha detto che va bene......... be se ne avessi la possibilità preferirei aspettare :roll:

c'è un tetto massimo di età per essere donatori di cornea. sempre per legge intendo.

Cita:
Se dovessi operare un ragazzo di venti anni e mi viene proposto un tessuto di un uomo di quaranta anni, posso scegliere ( in base all'età, in base alla densità cellulare endoteliale, in base alla qualità dell'endotelio ed in base alla data dalla quale il tessuto è disponibile) se quel tessuto è o meno adatto al mio paziente di venti anni. In caso contrario non mi resta che attendere che un tessuto che io reputo migliore si renda disponibile.


intende dire che al privato a diffrenza che nel pubblico l'età del donatore viene detta prima o che in quanto privati possono restituire o buttare
quelle che non ritengono idonee per quel determinato paziente.

in ultimo come mai questa differenza tra pubblico e privato ...le regole non dovrebbero essere uguali per tutti??????

la ringrazio veramente tanto del tempo che sta sottraendo al suo lavoro o comunque al suo tempo libero.

grazie


[/quote]


sabato 1 ottobre 2005, 12:37
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marco abbondanza ha scritto:
Vedo solamente due motivi per effettuare un intervento di questo tipo in ambito privato e sono i seguenti: il desiderio assoluto di essere operati da un determinato professionista e non da altri, secondariamente la possibilità di " scegliere " la cornea che verrà utilizzata per l'intervento. Nel caso si esegua la cheratoplstica in ambiente privato, è facoltà dell'operatore, quella di scegliere il tessuto che Egli ritiene più idoneo per la persona che dovrà essere operata.
Fatte salve queste differenze, la chirurgia del " trapianto " sarà eseguita in maniera assolutamente identica e con gli stessi risultati.


buongiorno
premesso che apprezzo anche io la sua moderazione e ragionevolezza (che poi dovrebbero anche esere cose normali) vorrei però fare qualche considerazione:
una decina di anni fa uno dei più famosi oculisti nonchè chirurgo della cornea a livello nazionale che operava solo nel suo ambulatorio privato mi confessò che praticava la lamellare (allora agli inizi) per il semplice motivo che non aveva accesso alle banche delle cornee italiane (credo ci fosse solo Mestre) per cui doveva acquistarle negli USA (e quindi con possibilità di scelta, di controlli e selezione prossimi allo zero) da dove non provenivano cornee intere.
Personalmente una struttura pubblica o paragonabile, intendo un grande ospedale comunque, mi dà maggiore tranquillità rispetto alla struttura privata e questo per una serie di motivi legati ai controlli, alle responsabilità e sopratutto a quelle competenze che vanno al di là del chirurgo (anestesista, rianimazione....). Mi risulta che nei mesi scorsi si fosse diffuso un certo "panico" anche nella categoria degli oculisti chirurghi in quanto l'ex ministro Sirchia voleva impedire gli interventi in tutte le sale operatorie che non avessero determinati requisiti (meno di 30 mq etc...) vietando di fatto gli interventi nelle strutture private.
personalmente in vita mia ho subito 2 interventi chirurgici uno in struttura privata ed uno nella pubblica e mi sono sentito molto più tranquillo in quella pubblica.
Un ultimo e non secondario motivo che mi fa propendere per il pubblico, è che, per così dire, dovrebbe escludere ogni risvolto economico nella scelta dll'intervento. Voglio dire che (e parlo per esperienza) se avessi dato retta ai professoroni che mi suggerivano l'intervento a pagamento, mi sarei dovuto operare da almeno 10 anni, mentre nel pubblico consigliano sempre di aspettare più possibile.
grazie,saluti


sabato 1 ottobre 2005, 15:11
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