Re: Mini-Ark e prof Lombardi
La medicina giudica la validità (ma soprattutto l'affidabilità e la ripetivitità) di una tecnica chirurgica valutandone i risultati non su un solo caso. ma su un ampio numero di pazienti.
L'imprevedibilità della chirurgia incisionale nel cheratocono, rende negativo il rapporto rischio/beneficio, per questo motivo quasi la totalità degli oculisti, sconsiglia questo approccio chirurgico alla nostra malattia.
Ciò non toglie che in una percentuale non ben definita di casi, la cheratotomia radiale e tutte le sue forme discendenti, possano migliorare anche notevolmente la capacità visiva del paziente.
La testimonianza che riporti, è facilmente inquadrabile in questa casistica, anche se andrebbe ovviamente contestualizzata.
Come, quali, e per quanto tempo si verifichino il miglioramenti, è materia ancora aspramente dibattuta, nel mondo accademico come fra i malati.
Bisogna aggiungere, che il trattamento combinato RK/CCL, non è mai stato sottoposto ad alcun genere di sperimentazione, e viene quindi eseguito sulla base di specifiche e opinabili convinzioni
personali di qualche specialista.
Inoltre fra i criteri di inclusione al trattamento CXL, se non vado errato è tuttora presente come pregiudiziale l'assenza di esiti cicatriziali corneali di ogni natura.
La RK nel cheratocono, è stata eseguita in passato anche da altri chirurghi, i quali hanno preferito abbandonare tale tecnica, alla luce dei risultati contrastanti ottenuti a lungo termine.