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Alla scoperta del cheratocono: come evolve la malattia?
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P.Lorenzi
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Iscritto il: venerdì 16 settembre 2016, 23:53 Messaggi: 15
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Alla scoperta del cheratocono: come evolve la malattia?
Prosegue la divulgazione di quanto scritto dal Dr. Cosimo Mazzotta. Buona lettura. Piero
"In relazione allo stato evolutivo della malattia, sono presenti alterazioni patologiche di tutti gli strati della cornea; le più precoci sono rappresentate da depositi nella membrana di Bowman e nello stroma superficiale, che precedono la formazione di discontinuità rimpiazzate poi da cheratociti stromali che depongono collagene (cicatrici). Altre alterazioni riguardano l’epitelio, il cui spessore è ridotto e la membrana basale che risulta ispessita con accumuli di ferritina, i quali producono il quadro biomicroscopico denominato “anello di Fleisher” visibile alla base del cono.
Solo nelle fasi tardive sono coinvolti gli strati corneali più profondi (stroma posteriore e membrana di Descemet) in cui si possono verificare fenomeni di diastasi (separazione, scivolamento) fibrillare sotto forma di strie verticali biancastre denominate “strie di Vogt”. In alcuni casi possono comparire fenomeni di tipo cicatriziale a partire dallo stroma superficiale sub-epiteliale fino allo stroma profondo pre-descemetico con aspetti compresi tra piccole irregolarità e veri e propri leucomi (opacità) corneali centrali e paracentrali con alterazioni della trasparenza corneale che si aggiungono alle irregolarità di curvatura nel determinismo del deficit visivo secondario.
Si parla infine di “idrope corneale” o “cheratocono acuto” quando, per l'appunto acutamente, la membrana di Descemet si fessura provocando il rapido insorgere di edema stromale associato a dolore oculare intenso e fotofobia con opacizzazione corneale diffusa. Tale evenienza clinico-patologica fortunatamente è rara, è appannaggio degli stadi di malattia più avanzati ed è spesso correlata a fattori estrinseci concomitanti (eye rubbing: stropicciamento) anche se è possibile come evento primario.
Per quanto concerne l’evoluzione, il cheratocono insorge generalmente durante la pubertà e progredisce fino alla terza-quarta decade di vita per poi autolimitarsi per effetto di modificazioni biochimiche età-correlate. In quasi tutti i casi (98%) la malattia è bilaterale ed asimmetrica e si può diagnosticare abbastanza precocemente rispetto al passato alla luce delle recenti acquisizioni diagnostiche strumentali. La sensibilità diagnostica attuale, legata ai progressi della chirurgia refrattiva oculare, ci consente di poter affermare che l’incidenza riportata in letteratura del cheratocono è significativamente sottostimata. Una incidenza di 1 caso su 500 sembra corrispondere maggiormente alla realtà sulla base dei miei dati. " (Cit. Dr. Cosimo Mazzotta)
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martedì 11 ottobre 2016, 17:39 |
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