Ciao a tutti!

Vi scrivo perché da ieri sono preda dell'ansia e spero che qualcuno possa tranquillizzarmi. Sono astigmatica da sempre, anche se mi manca poco: ho 9/10 al sinistro e 8/10 al destro. Da qualche settimana vedo le classiche mosche al destro e così, dopo meno di un anno, ho deciso di farmi un'altra visita oculistica. Dopo il classico controllo, il dottore ha deciso di eseguire una topografia e da lì, ha notato che le mie cornee sarebbero alterate. Sospetta o il cheratocono o la pellucida. Mi ha anticipato che la pellucida potrebbe restare stabile mentre, se si trattasse di cheratocono, dovrei fare il cross-linking. La mia unica fortuna in tutto questo è conoscere una persona, un mio carissimo amico, che ha fatto lo stesso trattamento l'anno scorso: ero in panico per lui, quindi vi lascio immaginare come mi sento. Ad ogni modo, il dottore mi ha consigliato di farmi visitare all'Israelitico di Roma per confermare o meno tramite una nuova topografia e una pachimetria. Ho preso appuntamento già per la prossima settimana.

Vi spiego perché vi scrivo: sono una persona, purtroppo, terribilmente ansiosa e da qui al nuovo controllo sarà un'angoscia continua. Ho paura sia di dover fare, eventualmente, il cross-linking (per eventuali conseguenze post-trattamento) sia che la diagnosi possa essere diversa da pellucida o cheratocono (ovvero che si possa trattare di un'alterazione di tipo diverso e peggiore). Quindi ho pensato di scrivervi per sapere cosa ne pensate.

ps: ho 32 anni!

Grazie in anticipo!

"classiche mosche.."

Tieni conto che a detta di molti medici, a volte chi è affetto da miodesopsia sebbene in condizioni normali abbia una vista buona, tende a ricercare le "classiche mosche" con ossessione le proprie amplificando di fatto il problema a livello psicologico.

Ecco alcuni "miei" consigli che, non richiesti,
forse ti sono graditi...

Bevi tanta acqua, mangia verdura e frutta a volontà,
cerca di evitare esposizioni alla luce forte, porta occhiali
da sole, e....
sii serena se appena lo puoi.

_______Maxmax

Ciao Max, grazie per la risposta e i consigli!

Con "classiche mosche" in effetti poteva sembrare che le correlassi al cheratocono ma intendevo in generale. Immaginavo che fossero dovute al fatto che ho gli occhi sempre molto secchi. Ho voluto controllare per scrupolo ed è venuta fuori questa diagnosi ipotetica che non mi fa dormire bene da qualche giorno.

Intanto volevo anche chiedervi una cosa sulla pachimetria: ho saputo che ne esistono due tipi... con il contatto di un pennino sulla cornea e quella senza. Dove mi è stato detto di prenotare, la fanno solo con contatto: c'è una differenza, in efficacia, fra le due? Perché, potendo, almeno questa me la semplificherei: non ho paura del dolore (so che usano l'anestetico) ma non mi piace proprio l'idea del contatto di qualcosa con la cornea (per questo me la sto facendo sotto all'idea di avere il cheratocono).

Ringrazio chiunque voglia rispondermi

La pachimetria corneale è un esame che consente di misurare lo spessore della cornea. La conoscenza dello spessore corneale permette di definire l'affidabilità della misurazione della pressione oculare. L'esame viene effettuato anche quale strumento per valutare alcune patologie della cornea, come il cheratocono (mappa pachimetrica), l'edema corneale e nella diagnostica del glaucoma.
Ci sono diverse tecniche di indagine: con la tomografia corneale con Scheimpflug camera (pachimetria ottica) fornisce una mappa pachimetrica della cornea ( tomografia) o tramite una sonda ad ultrasuoni (pachimetria acustica). Nel primo caso è possibile disporre di una mappa pachimetrica che evidenzia lo spessore corneale in ogni suo punto e permette di individuare la localizzazione e il valore del punto più sottile.

L'esame serve per misurare lo spessore della cornea, la prima lente naturale che la luce incontra nel suo tragitto all'interno dell' occhio.

Non sono previste norme di preparazione specifiche. Per l'esame eseguito con pachimetro ultrasonico è necessaria una goccia di collirio anestetico nell'occhio da esaminare prima di appoggiare sulla cornea, per pochi istanti, una sonda simile ad una piccola penna. Per il pachimetro ottico non è necessario instillare collirio anestetico.

L'esame è indicato in particolare in tutti i soggetti noti o a rischio per glaucoma, nei pazienti affetti da patologie corneali e in quelli che devono sottoporsi ad un intervento di chirurgia corneale: cross-linking, trapianto di cornea o in chirurgia refrattiva.

Non è una misurazione dolorosa da eseguire in quanto viene effettuata, nel caso del pachimetro ultrasonico, previa instillazione di collirio anestetico. Questo accorgimento serve ad evitare la sensazione di dolore e fastidio mentre si sfiora con una piccola sonda la superficie corneale. Nel caso del pachimetro ottico si tratta di un esame non invasivo in quanto non c'è alcun contatto con la superficie oculare.

Il paziente viene fatto accomodare su di uno sgabello o poltrona per l'acquisizione mediante pachimetro ultrasonico. Viene instillato nell'occhio un collirio anestetico e il medico appoggia sulla superficie corneale una sonda per rilevare lo spessore corneale. La misurazione può essere ripetuta in vari punti della superficie corneale, se necessario. Quando inizia l'acquisizione dell'esame il paziente fissa una sorgente luminosa in modo continuo per pochi secondi durante i quali lo strumento esegue una serie di scansioni della cornea. Un computer dedicato esegue le analisi morfologiche e morfometriche, estrae il valore pachimetrico rilevato in svariati punti della superficie corneale e il valore di spessore corneale minimo rilevato.


______Maxmax

Ti ringrazio Max: sei l'unico che mi ha risposto.

In questi giorni ho letto molto e, in effetti, avevo trovato questa informazione. Provo ad approfittare della tua gentilezza e ti chiedo: visto che il mio oculista latita, parlarci per telefono è un'impresa, pensavo - come prima cosa - di fare una pachimetria "a distanza" per poi farla esaminare dalla specialista che mi ha indicato. Se poi è proprio necessario, la ripeterò anche con gli ultrasuoni...ti chiedo solo una cosa: visto che lui insiste tanto che io la faccia con il pennino, secondo te per lui è solo una questione di affidabilità dei risultati? Oppure, in alcuni casi (non so quale sia il mio perché parla con il contagocce) può essere controindicato farla "a distanza"? Non so se sono stata troppo contorta ma per sicurezza, riformulo: la pachimetria ottica può essere effettuata su chiunque oppure, a seconda della patologia del paziente, può essere contro-indicata?

Grazie mille della pazienza! (So che quando entro in "loop" con le mie paranoie posso essere pesante)

A) Non sono un medico, quindi quello che ti dico prendilo con le molle..
B) Se il tuo oculista latita e fai fatica a trovarlo al telefono, cambia oculista.
C) Se non hai ancora cambiato oculista, fai gli esami che chiedono loro, non è solo una questione di affidabilità ma di avere più dati possibili e più precisi.
D)"pensavo..." Pensi troppo. Fai questo esame e fatti visitare.

fai poi sapere come è andata.

______Maxmax