Intramoenia: dalla Camera il sì definitivo alla legge
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02 AGO – Con 264 voti a favore, 14 contrari e 166 astenuti l’Aula della Camera ha approvato il provvedimento sulla libera professione intramuraria, che
concede un’estensione di 18 mesi ai medici del servizio pubblico per esercitare la libera professione negli studi privatii. Soddisfazione è stata espressa dal ministro della Salute Livia Turco, secondo la quale la nuova legge offre più garanzie per il medico e per il cittadino e norme più stringenti per combattere le liste d’attesa. Soddisfatti anche i sindacati, che però non nascondono alcuni dubbi.
Al momento del voto, tutto
il Centrodestra si è astenuto, tranne la Lega che ha votato no. L’Opposizione ha contestato il provvedimento, sollevando un problema di mancata copertura finanziaria.
Soddisfatta Livia Turco, secondo la quale “con questa legge
la libera professione dei medici all’interno delle strutture pubbliche è finalmente regolamentata dopo quasi dieci anni di proroghe continue e inconcludenti. Oggi – afferma il ministro in una nota diffusa dal dicastero - i medici hanno più certezze dei loro diritti all’esercizio dell’attività professionale intramoenia, con tempi certi per la realizzazione dei locali ove esercitarla, con la previsione di possibilità alternative ben definite e soprattutto con la fine dell’incertezza sulle modalità di esercizio di questa attività che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni.
I cittadini avranno invece più garanzie che quest’attività sia esercitata sempre per nome e per conto dell’azienda sanitaria pubblica e posta sotto il suo controllo. L’intramoenia non sarà più una “scorciatoia” obbligata per avere subito una prestazione che non si riesce ad ottenere in regime ordinario ma sarà esclusivamente una possibilità in più offerta al cittadino dal servizio pubblico a garanzia della libertà di scelta del medico che riteniamo sia anch’essa un diritto da salvaguardare e regolamentare adeguatamente”.
Secondo Turco, inoltre, la legge
si pone anche l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa con norme precise che regolano la quantità delle prestazioni che si possono effettuare in libera professione, prevedendo che esse non dovranno superare quelle dovute durante l’attività istituzionale e prevedendo che i tempi di erogazione delle prestazioni in regime ordinario siano progressivamente allineati a quelli in regime libero professionale, al fine di assicurare che il ricorso alla libera professione sia frutto solo di libera scelta del cittadino e non conseguenza di carenze nell’organizzazione delle strutture sanitarie.
E, sempre per combattere le liste d’attesa,
la nuova legge prevede anche che ogni Regione debba fissare tempi medi massimi di attesa che saranno costantemente monitorati e l’obbligo, in ogni caso, di erogare le prestazioni urgenti al massimo entro 72 ore dalla richiesta”.
“Finalmente la nuova intramoenia è legge”, ha commentato il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, secondo il quale “le nuove norme sulla libera professione intramoenia non rappresentano una semplice ulteriore proroga, ma un provvedimento innovativo a vantaggio dei cittadini e dei medici.”
Tuttavia, secondo il leader della Fp Cgil Medici, “incredibile e inaccettabile è l’introduzione di un articoletto che riguarda alcune decine di dirigenti del ministero della Salute, in un contesto del tutto improprio e che opera un intervento legislativo su materia prettamente contrattuale. In più ciò comporterà una confusione gestionale ed un ingiustificato aggravio dei costi nel momento in cui il Governo chiede sacrifici contrattuali nel pubblico impiego”. Inoltre, ha concluso Cozza, “rimangono ancora da affrontare il tema della valorizzazione e della obbligatorietà della esclusività almeno per i dirigenti medici con responsabilità gestionali, norma inopinatamente stralciata al Senato”.
Soddisfazione e dubbi anche da parte dell’Anaao Assomed. “Prendiamo atto – ha commentato il segretario nazionale Carlo Lusenti – che l’importanza di questo aspetto della vita professionale dei medici è stata compresa anche dalle forze politiche e dal Parlamento che sia al Senato, all’unanimità, che alla Camera, con pochissimi voti contrari, hanno approvato il provvedimento”. “Vigileremo, però, molto attentamente – ha aggiunto Lusenti - sulla applicazione della legge sia nella fase transitoria dei prossimi 18 mesi, sia nella gestione definitiva delle norme, dal momento che non abbiamo mai nascosto le nostre perplessità su alcuni contenuti poco chiari e difficilmente applicabili della norma oggi approvata”.
Nel dettaglio la nuova legge sull’intramoenia e per il contenimento delle liste d’attesa prevede che:
_ le Regioni completino la realizzazione degli appositi locali per l’esercizio dell’intramoenia all’interno delle strutture pubbliche
entro il 31 gennaio 2009;
_ fino alla realizzazione dei locali, e comunque non oltre il 31 gennaio 2009,
le aziende sanitarie locali potranno anche convenzionarsi con strutture private in grado di fornire gli spazi idonei all’attività libero professionale;
_ in alternativa alla costruzione in proprio dei locali
le aziende sanitarie potranno affittare o acquistare spazi ambulatoriali esterni pluridisciplinari;
_
le prenotazioni delle prestazioni in regime libero professionale saranno sempre e ovunque gestite da personale dell’azienda sanitaria, al fine di permettere il controllo dei volumi delle prestazioni che non dovranno superare quelli eseguiti durante l’orario di lavoro;
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gli onorari per l’attività libero professionale saranno sempre riscossi sotto la responsabilità dell’azienda e saranno concordati tra azienda e medici;
_
saranno effettuati periodici controlli sulle liste d’attesa, al fine di assicurare il rispetto dei tempi medi che dovranno essere stabiliti con provvedimenti della Regione e con l’obbligo di erogare le prestazioni urgenti comunque non oltre 72 ore dalla richiesta;
_ le Regioni dovranno varare disposizioni specifiche
per evitare conflitto d’interessi o concorrenza sleale tra medici e azienda sanitaria;
_ le Regioni avranno poi l’obbligo di adeguare progressivamente i tempi di erogazione delle prestazioni in regime ordinario a quelli in regime libero professionale,
al fine di assicurare che il ricorso alla libera professione sia frutto solo di libera scelta del cittadino e non conseguenza di carenze nell’organizzazione dei servizi resi in attività istituzionale;
_ la riduzione dei tempi d’attesa sarà oggetto di un’apposita relazione annuale al Parlamento del Ministro della Salute;
_ ogni Asl dovrà pubblicizzare i volumi delle prestazione erogate in regime ordinario e libero professionale;
_ a garanzia della regolarizzazione dell’attività intramoenia si prevede:
-
la possibilità per le Regioni di destituire i direttori generali inadempienti,
-
la sospensione dei finanziamenti statali integrativi verso quelle Regioni che non attivino i piani di costruzione dei locali o attuino le altre possibilità previste dalla legge,
- l’esercizio dei poteri sostitutivi del Governo nei confronti delle Regioni inadempienti.