Ovvero, il trapianto, cui si ricorre come ultima possibilità, è sempre risolutivo oppure esiste il rischio di diventare o restare ipovedenti?

Ciao LUNA ,
il trapianto di cornea a mio avviso per un Kconico è l'ultima possibilità a cui tranquillamente può aggrapparsi e nella maggior parte dei casi con ottimi risultati .
Sempre non è risolutivo ,
attenzione non è risolutivo
nel senso che non è che il trapianto faccia guarire dal KC ,
ma il trapianto và a fare riacquistare una buona funzione visiva dei nostri occhi

può capitare a un ristrettissimo numero di soggetti di ritrovarsi comunque momentaneamente ipovedenti, e di dover aspettare nuove soluzioni al loro problema.
Ma ipovedente non vuol dire " CIECO " ,
il cieco non distingue il giorno dalla notte ,
l'ipovedente al contrario questa differenza la vede ,potrà avere una bassissima acuità visiva ma per quanto possa avere una forte riduzione della funzione visiva " qualcosa vede ", è tanta cosa rispetto al condizione di" CIECO ".
La nostra malattia non porta alla cecità intesa degli occhi, ma può portare a "una cecità mentale" ,dovuta a quel ritrovarsi in una condizione di estremo disagio giornaliero che sembra più grande di noi .
Ma con la determinazione e tanta tanta forza di volontà e di aiuto di chi ci stà vicino si riesce a battere quella " cecità mentale " ,
e si torna a " VEDERE " ,
si tratta di un " VEDERE " molto particolare ,condizionato sempre da fattori esterni quali la luce ecc.ecc. ma più che altro dalla nostra determinazione a non volersi dare per vinti ,perchè la vita è bellissima anche nella condizione di ipovedente ve lo posso assicurare con certezza io ci sono passato per 3 lunghissimi anni ,ragazzi credetemi.
In quei tre anni , si forse mi è mancato il " vedere " ma non tutto il resto che la vita ci offre anche nella condizione di normodotati.
Oggi che son tornato a vedere quante volte mi godo ciò che i miei occhi " vedono " , sapessi carissima LUNA quando sono in montagna la notte mi sveglio e vado in terrazzo a godermi lo spettacolo delle stelle e della luna che illumina i prati e le piante, piango tante volte di gioia, noi Kconici non siamo destinati a diventare " CIECHI " ma di tornare a " VEDERE" .
Un saluto a tutti .
MASSIMO

Massimo,
ma per quale motivo per 3 anni sei stato ipovedente? Hai forse avuto dei rigetti dopo il trapianto?
Quanto riuscivi a vedere?
E quale è stato il "miracolo" che ti ha fatto riacquistare la vista dopo 3 anni?
Oggi quale è il tuo visus?
Ciao

.... ciao Luna , Massimo ci ha raccontato qui la sua storia

viewtopic.php?t=3440

.... non offenderti ma.... vedo che fai sempre moltissime domande e
noi sappiamo poco e nulla di te
sei un ragazzo/a .... Luna ...21 sono gli anni
di dove sei ... hai il Kc a che stadio ... come lo correggi

Chiedo scusa se ho esagerato con le domande.
Per il resto, non penso che il sesso sia importante, 21 è il giorno della mia nascita, mi piace girare il mondo, ho un cheratocono di 1° all'O.D. e 4° all'O.S. che non correggo.
E tu, Cinzia, chi sei?

... chiedevo giusto per conoscersi... certo ha più importanza il
fattore età nella nostra malattia perché dicono che dopo i 4o anni
in genere il ck si assesta.....
... io chi sono... mah...
ho parlato così spesso di me in questo
forum che non vorrei ripetermi...
comunque questa a fianco è la
mia foto... ho 48 anni... sposata e mamma di due giovani donne
(ormai non so più come descrivere le mie ex bambine )
lavoro part-time in banca e part-time qui nel forum di AMC
ho un ck I stadio su OS e cheratoplastica perrforante OD...
il resto lo puoi leggere qua e là se fai un giro tra i vecchi
post ci sono molte informazioni utili
lasciate negli anni dai tanti utenti del forum.....

ciao Cinzia, felice di conoscerti.

quasi come me, ma ad occhi invertiti. Mi puoi mica prestare il tuo occhio sinistro?

sei, perciò, una dipendente dell'AMC?

In effetti, non era facile rispondere alla mia domanda. Lo sa bene anche il filosofo U. Galimberti che scrive a proposito del Weekend:
"Espressione inglese che sta a indicare quei due giorni di fine settimana in cui uno smette di essere funzionario di un apparato per trovarsi, gioiosamente o spaventosamente, di fronte a se stesso. L'incontro non è sempre facile dopo che per cinque giorni abbiamo sospeso il rapporto con noi stessi per eseguire, con scrupolo ed efficienza, le azioni previste e prescritte dall'apparato lavorativo che ci coinvolge e ci dà in cambio, oltre al salario, quell'identità sociale che non sempre coincide con l'identità personale, ma in compenso ci consente di abbozzare una risposta decente a chi ci chiede: Cosa fai? L'altra domanda: CHI SEI? grazie a Dio non ce la rivolge più nessuno, ma, quando insorge prepotente nel weekend, meglio infilarsi in un cinema, uno stadio, in coda sull'autostrada, e in mancanza di meglio in un letto, per occupare il tempo libero, per evitare l'incontro con quello sconosciuto che ciascuno di noi è diventato per se stesso. Dopo il weekend tutto ricomincia, e la domanda minacciosa, che gira intorno alla nostra identità, s'acqueta".

si si...come no
solo che in banca mi pagano qui è tutto gratis