La sutura a mezzo laser dei tessuti oculari |
La sutura laser dei tessuti oculari potrebbe sostituire la sutura tradizionale con filo chirurgico in vari interventi di chirurgia oculistica, con minor reazione infiammatoria e tempi di guarigione più brevi. La tecnica è già applicata sperimentalmente in fase clinica nel trapianto di cornea, mentre si stanno sviluppando le ricerche per future applicazioni nella cura della presbiopia e della cataratta. Un gruppo di ricerca dell’Istituto di Fisica Applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche guidato da Roberto Pini ha messo ha punto un nuova tecnica di sutura a mezzo laser che si applica in chirurgia oculistica per la saldatura della cornea e di altri tessuti endooculari. Questa tecnica permetterà di sostituire la sutura tradizionale, attualmente eseguita con filo chirurgico, in molti interventi come il trapianto di cornea, la chirurgia della cataratta, nonché nelle futuribili tecniche di “lens refilling” (letteralmente: riempimento del cristallino), che si propongono come soluzione chirurgica definitiva del problema della presbiopia senile. In pratica, viene impiegata la luce di un laser a diodo di bassa potenza (progettato dal CNR e prodotto da El.En. spa di Calenzano) per indurre la saldatura diretta dei tessuti oculari che contengono collagene, sfruttando questa proteina naturale come una colla attivata dal calore. Le sperimentazioni, condotte in collaborazione con l’Unità Oculistica dell’Ospedale di Prato e con il Bascom Palmer Eye Institute di Miami, hanno portato alle prime applicazioni cliniche al mondo di questa tecnica nel trapianto di cornea. Attualmente presso l’Ospedale di Prato, Luca Menabuoni, il chirurgo oculista che ha seguito questi studi fino dagli inizi, esegue interventi di cheratoplastica (termine medico per il trapianto di cornea) che prevedono la saldatura a mezzo laser del lembo di cornea trapiantato. Fino ad oggi sono stati condotti con successo circa 40 interventi, sia di cheratoplastica perforante, dove cioè il trapianto coinvolge tutto lo spessore corneale, che lamellare, in cui si preserva il basamento corneale e l’endotelio. Nel primo caso, vengono applicati 8 punti tradizionali di supporto per mantenere il lembo corneale trapiantato nella corretta posizione e quindi si procede alla sutura laser del perimetro del lembo stesso. Nel secondo, si impiega la sutura laser senza alcun punto di sutura tradizionale. I vantaggi consistono nella semplificazione della tecnica chirurgica, nella riduzione dei tempi operatori, nella sigillatura immediata della ferita operatoria, ma soprattutto in un processo di riparazione molto più efficiente e rapido di quello che segue alla sutura tradizionale. Infatti, la soppressione del materiale di sutura e quindi la minore reazione infiammatoria da corpo estraneo favoriscono in tempi di guarigione sostanzialmente più brevi, con conseguente miglioramento della qualità della vita dei pazienti e riduzione dei costi ospedalieri. Inoltre il processo di saldatura laser agisce in maniera più omogenea lungo il taglio corneale, con il risultato di un minore astigmatismo post-operatorio rispetto alla chirurgia tradizionale. La figura 1 mostra la fase di irraggiamento laser tramite fibra ottica durante un trapianto lamellare senza punti. Figura 1. Sutura laser in un intervento di trapianto di cornea lamellare senza punti tradizionali Per quanto riguarda il futuro di questa nuova tecnica di sutura laser, c’è un’ applicazione notevole, ancora in fase di sperimentazione preclinica, che riguarda la possibilità di riparare la capsula che contiene il cristallino e che potrebbe avere importanti implicazioni nella terapia chirurgica della cataratta e della presbiopia senile. Figura 2. Struttura del bulbo oculare La sutura della capsula rappresenta uno dei problemi ancora aperti in chirurgia oculistica: essendo la sua parete estremamente sottile (10 micrometri) e tensionata, non possono essere applicati i punti di sutura tradizionali che si impiegano per riparare le ferite corneali. Ad esempio, nell’intervento di chirurgia della cataratta con impianto di lente intraoculare (IOL), una delle complicazioni più frequenti è rappresentata dalla perforazione della parete posteriore della capsula a seguito di una errata manipolazione chirurgica. |